“Il vino deve suscitare emozioni, è uno strumento per comunicare i colori dell’anima e della vita. Un vino che non è capace di suscitare emozioni è morto, inutile. Produrre un vino con metodi naturali significa consentirgli di esprimere tutti gli aromi ed i profumi della terra e dell’uva da cui proviene”.
(Nicolas Joly)
Sono solo quattro ettari di Pinot Noir e Chardonnay che Julie Dufour a Landreville, nel sud della Champagne, sta coltivando nella terza generazione. Dopo essere arrivata professionalmente a Parigi per la prima volta, è tornata in patria circa 10 anni fa per produrre il proprio champagne. È attivamente supportata dal fratello Charles, noto tra gli amanti dello champagne, e dalla madre Françoise Martinot.
Ma la storia di famiglia non finisce qui, perché suo padre Robert Dufour, morto giovane, produceva in proprio i ripieni invece di vendere l’uva alle grandi casate, come si usava all’epoca. Dopo la sua morte, l’azienda è stata portata avanti dalla moglie, che ha immediatamente convertito la piccola azienda all’agricoltura biologica e può quindi essere definita una pioniera dello Champagne. Naturalmente, i vigneti sono ancora coltivati biologicamente e dal 2013 sono certificati secondo lo standard francese Agriculture Biologique.
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Julian Manuel Ferri